concentrazione di sostanze inquinanti nei tessuti degli esseri viventi
Sec. XX; da bio-+accumulo. In ecologia, quel fenomeno per il quale alcune sostanze, immesse nell' ambiente, anziché venire disperse vengono concentrate nei tessuti di alcuni organismi, entrando così a far parte della catena alimentare e costituendo un notevole rischio (nel caso di sostanze tossiche) per i componenti dell' ecosistema, uomo compreso. Il caso di bioaccumulo più eclatante e meglio studiato fu quello derivato dall'impiego del DDT il cui uso è stato messo al bando in moltissimi Paesi. (Bibliografia / Sitografia:
http://www.sapere.it/gr/ArticleViewServletOriginal?otid=GEDEA_bioaccumulo&orid=GEDEA_bioaccumulo&todo=LinkToFree)
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I bioaccumulatori sono particolari organismi dotati della capacità di assorbire dall' ambiente determinate sostanze, per poi trattenerle all'interno dei propri tessuti senza eliminarle. Si tratta di piante e animali estremamente resistenti agli inquinanti: misurando l’accumulo di materiali nocivi nei loro tessuti si ottengono informazioni utili a valutare lo stato di salute dell’ ambiente circostante. (Bibliografia / Sitografia:http://www.arpa.fvg.it/index.php?id=428) [Recuperato da: 071C_Ari93]
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