Protozoo Protisti eterotrofi o autotrofi parassiti unicellulari microscopici
In inglese: protozoan.
Si chiama protozoo un protista unicellulare eterotrofo.
In realtà alcuni protozoi, per esempio l’ Euglena, sono anche in grado di operare la fotosintesi, perché possiedono cloroplasti e pigmenti fotosintetici.
Se tenuti al buio per un certo tempo, questi organismi perdono i cloroplasti, ma sono in grado di nutrirsi se il mezzo in cui vivono contiene materiale organico. Essi quindi possono essere sia eterotrofi sia autotrofi ( e infatti spesso vengono classificati come alghe unicellulari ).
I protozoi comprendono, tra gli altri, amebe, ciliati e flagellati; alcune forme sono parassite, come il plasmodio, che provoca nell’uomo e in molti mammiferi la malaria. (Bibliografia / Sitografia: Enciclopedia multimediale Encarta - Microsoft.)
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Nella tassonomia animale, sottoregno di animali unicellulari microscopici, diffusi ovunque, nelle acque e nel terreno, anche parassiti ( Protozoa ). (Bibliografia / Sitografia: Dizionario lo Zingarelli 2002)
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Sottoregno e tipo di animali unicellulari, di dimensioni generalmente microscopiche, diffusi in tutti gli ambienti. Il corpo unicellulare può presentare una forma indefinita e variabile.
Vivono liberi, isolati o in colonie (sempre in ambienti umidi), oppure sono parassiti. Resistono all'asciutto incistandosi o mediante formazione di spore. Si riproducono per via asessuata o sessuata.
Si dividono nelle classificazioni:
- Flagellati,
- Sarcodini,
- Sporozoi,
- Ciliati. (Bibliografia / Sitografia: Grande Enciclopedia De Agostini)
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Sono organismi unicellulari classificati nel Regno dei protisti. Sono eucarioti ed eterotrofi. Comprendono le amebe e i parameci, comuni nelle acque stagnanti; alcune amebe possono caussare gravi dissenterie.
Questi parassiti unicellulari possono arrivare sugli alimenti tramite l' acqua non depurata e i vegetali che con questa vengono innaffiati o lavati.
Un esempio di protozoo è il Toxoplasma gondii, parassita agente della cosiddetta toxoplasmosi, molto pericolosa per le donne in gravidanza. (Bibliografia / Sitografia: Principi di scienza dell'alimentazione di P. Cappelli e V. Vannucchi, Ed. Zanichelli)
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