La vitamina K è stata giustamente soprannominata la vitamina cerotto, per il suo ruolo fondamentale nella coagulazione del sangue. E’ necessaria alla formazione di 4 delle 13 sostanze che partecipano alla coagulazione, una delle quali è la protrombina. Esistono tre tipi principali di vitamina K: K1 e K2 (fillochinone e menachinone) sono liposolubili e possono essere prodotte nel tratto intestinale in presenza di certi batteri della flora intestinale; K3 (menadione) idrosolubile, viene prodotta sinteticamente per il trattamento di pazienti che non riescono ad utilizzare la vitamina K prodotta naturalmente, per carenza di bile, un enzima necessario per l’assorbimento di tutte le vitamine liposolubili. La vitamina K insieme alla vitamina D produce una proteina (esteocalcina) che si lega ai cristalli minerali che si trovano nelle ossa. La vitamina K è coinvolta in un processo dell’organismo, la fosforilazione, nel quale il fosfato, combinato col glucosio passa le membrane cellulari e si trasforma in glicogeno, una forma in cui i grassi sono accumulati nell’organismo, necessario per l’attività fisica e altri bisogni energetici. Essa è anche vitale per il funzionamento normale del fegato ed è un fattore importante di vitalità e longevità .
Assimilazione ed immagazzinamento
La vitamina K viene assorbita nel tratto intestinale superiore con l’ausilio della bile e dei sali biliari e viene trasportata al fegato, dove svolge una funzione essenziale per la sintesi della protrombina e di molte proteine coinvolte nel processo di coagulazione del sangue. La vitamina K viene immagazzinata in quantità molto piccole e considerevoli quantità vengono escrete dopo la somministrazione di dosi terapeutiche. I fattori che interferiscono con l’assimilazione della vitamina K includono ogni occlusione del coledoco, limitando la secrezione di sale biliare emulsionante dei grassi, l’incapacità del fegato di produrre bile e la presenza di dicumarolo, un anticoagulante che riduce l’attività della protrombina nel plasma. I grassi rancidi, le radiazioni di raggi X, l’aspirina e l’inquinamento industriale dell’aria distruggono la vitamina K. Un uso eccessivo di antibiotici può distruggere la flora intestinale. L’ingestione di olio minerale causa una rapida escrezione di vitamina K. Gli antibiotici e i sulfamidici distruggono la flora batterica impoverendo così le riserve. Le persone che usano medicinali come warfarin e coumadin (un fluidificante del sangue) dovrebbero consultare un medico prima di assumere questa vitamina. L’eparina è un antagonista della vitamina K mentre i salicilati aumentano il fabbisogno della vitamina.
La vitamina K può essere usata con sicurezza come antifermentativo nella conservazione dei cibi. Non ha effetti scoloranti né odore sgradevole e se viene aggiunta alla frutta naturalmente colorata aiuta a mantenere una condizione stabile e piacevole del cibo. Se lo yogurt, il kefir (un preparato di latte fermentato), o il latte acidofilo (latte fermentato usato per cambiare la flora intestinale) sono inclusi nella dieta, l’organismo può essere capace di produrre una quantità sufficiente di vitamina K. In più, gli acidi grassi insaturi e una dieta a basso tenore di carboidrati aumentano la quantità di vitamina K prodotta dalla flora intestinale. Il kelp, l’alfalfa, le piante verdi e le verdure a foglie verdi sono fonti naturali di vitamina K. Il latte di vacca, lo yogurt, il tuorlo dell’uovo, le melasse scure, l’olio di semi di cartamo, l’olio di fegato di pesce e altri oli polinsaturi sono altre buone fonti. La fonte più costante è il lavoro dei batteri intestinali.
Dosaggio e tossicitÃ
Il Consiglio Nazionale di Ricerca (Usa) afferma che l’abbondanza di vitamina K nelle diete, accompagnata dall’apporto dato dai batteri intestinali, provvede ad un sufficiente approvvigionamento di vitamina K. La metà del fabbisogno giornaliero viene fornita dalla dieta e l’altra metà viene prodotta nell’intestino; il tasso di assorbimento varia da individuo a individuo e può andare dal 10 al 70%. I neonati, a causa di un tratto intestinale sterile e una scarsa trasmissione dei grassi attraverso la placenta, necessitano di un’assunzione giornaliera per prevenire anormali episodi emorragici. I livelli si normalizzeranno entro 3 o 4 giorni. Un bambino dell’età di un anno necessita 10 microgrammi al giorno, a tre anni d’eta il fabbrisogno è 15 microgrammi, dai 4 ai 6 anni è 20 microgrammi, dai 7 ai 10 anni 30 microgrammi. L’RDA per giovani maschi dagli 11 ai 14 anni è 45 microgrammi; dai 15 ai 18 anni è 65 microgrammi, dai 19 ai 24, 70 microgrammi. L’RDA per giovani femmine dagli 11 ai 14 anni è 45 microgrammi, dai 15 alle 18 è 55 microgrammi, dai 19 ai 24, 60 microgrammi. L’RDA per uomini è 80 microgrammi e per le donne 65 microgrammi al giorno, tuttavia per le persone con carenza, dai 50 ai 100 milligrammi non presentano problemi di sicurezza.
Vengono spesso somministrati dosaggi terapeutici di vitamina K prima e dopo operazioni chirurgiche per ridurre le perdite di sangue. Talvolta viene iniettata vitamina K alle donne nella fase precedente al parto come protezione contro eventuali emorragie. In individui che fanno uso di anticoagulanti e di forti dosi di vitamina K può verificarsi un’anormale formazione di trombi. Dosi eccessive di vitamina K sintetica possono causare intossicazione, poiché i residui si possono ammassare nel sangue. La tossicità porta ad una forma di anemia che si evidenzia con un collasso dei globuli rossi. Nei bambini si può sviluppare l’ittero nucleare, una sindrome in cui pigmenti gialli si infiltrano nel midollo spinale e nelle aree cerebrali, che generalmente si manifesta a partire dal secondo all’ottavo giorno di vita. I corpuscoli di Heinz, piccoli granuli presenti nei globuli rossi, residuati dalla distruzione dell’emoglobina, si riscontrano nei bambini con una overdose di vitamina K. Anche in donne gravide l’inoculamento di forti dosi di vitamina K ha portato sintomi di intossicazione. Vampate, sudorazione, prurito e senso di oppressione al petto sono sintomi di intossicazione da vitamina K sintetica. La vitamina K naturale viene immagazzinata nell’organismo e non produce sintomi di intossicazione.
Effetti da carenza e sintomi
Un’inadeguata assimilazione o l’incapacità da parte dell’organismo a utilizzare la vitamina K nel fegato sono usualmente evidenziate da sintomi specifici di carenza. La deficienza di vitamina K è comune in malattie come il morbo celiaco (cattivo assorbimento intestinale), la sprue (cattivo assorbimento nell’età adulta), e la colite, che colpisce la mucosa dell’intestino tenue e causa una perdita rapida del contenuto intestinale. In questi casi può essere indicata una somministrazione di vitamina K per via endovenosa. La carenza di vitamina K dovrebbe sempre essere curata da un medico.
Tra le persone che possono essere carenti troviamo quelle che vengono alimentate per via endovenosa, quelle che seguono una dieta a basso contenuto calorico, quelle che seguono lunghe terapie antibiotiche, e quelle che assumono farmaci come colestirammina, anticonvulsivanti e alcune cefalosporine antibiotiche. La carenza di un qualsiasi agente coagulante può causare emorragie. In caso di carenza si può manifestare un tasso di protrombina nel sangue molto basso, la qual cosa causa un aumento notevole o anche indefinito del tempo di coagulazione. Una carenza può causare emorragie in qualunque parte dell’organismo, inclusi il cervello, il midollo spinale ed il tratto intestinale. Una deficienza di vitamina K può essere causa di aborti, epistassi, e può anche essere un fattore che favorisce malattie cellulari e diarrea. Altri sintomi sono ematomi e segni bluastri e nerastri sulla pelle. Effetti benefici nelle malattie
La vitamina K è necessaria per promuovere la coagulazione del sangue, in special modo in caso di itterizia. Essa viene somministrata a cardiopatici sotto terapia anticoagulante. Quantità attentamente dosate di vitamina K vengono somministrate a pazienti che necessitano di un modesto aumento di protrombina nel loro sangue, non permettendone però una troppo forte azione contro gli anticoagulanti. La vitamina K si è rivelata utile nel ridurre il flusso durante mestruazioni prolungate; i coaguli spesso diminuiscono o scompaiono del tutto. Essa ha anche fatto diminuire o eliminato i crampi mestruali. Alcuni studi hanno dimostrato che l’uso della vitamina può prevenire osteoporosi e fratture. In alcuni casi la vitamina ha le stesse proprietà di alcune sostanze chemioterapiche altamente tossiche. E’ stato scoperto che il menadione o vitamina K3 inibisce alcuni tumori come quello al seno, alle ovaie, al colon, allo stomaco, ai reni e ai polmoni. La vitamina K è spesso associata con la vitamina C per la prevenzione e la risoluzione di emorragie in diverse parti dell’occhio. Essa è stata utilizzata per prevenire episodi emorragici in seguito ad operazioni alla cistifellea e per prevenire paralisi cerebrali.
LA VITAMINA K PUO’ ESSERE EFFICACE NELLA CURA DELLE SEGUENTI MALATTIE:
Organi Malattie Apparato intestinale Morbo celiaco Vermi Cistifellea Calcoli alla cistifellea Fegato Cirrosi epatica Itterizia Ghiandole Fibrosi cistica Pelle Ematomi Ulcere Sangue/apparato circolatorio Coagulazione anormale Emorragie Lividi Ossa Osteoporosi Occhi Emorragie Apparato riproduttivo Dolori mestruali Mestruazioni, flusso sanguigno Generale Cancro (seno, colon, stomaco, reni, polmoni) Epatite Etilismo Invecchiamento Kwashiorkor Paralisi cerebrale
Le informazioni sono tratte da "Almanacco della Nutrizione" di Gayla J. Kirschmann e John D. Kirshmann edito da Alfa Omega Editrice Via San Damaso,23 - 00165 Roma Tel. (06) 630398 Fax 632196
LA VITAMINA K IN CAMPO PEDIATRICO
La Vitamina K è una delle vitamine liposolubili. In verità esistono diverse forme di Vitamina K, per cui con tale termine si intendono tutte le vitamine di uno stesso gruppo. Infatti, esistono due vitamine K "naturali" e due Vitamine K "sintetiche", cioè prodotte artificialmente. Le vitamine naturali sono la Vitamina K1 (o fillochinone, di origine vegetale in parte direttamente assorbita dall'intestino) e la Vitamina K2 (o farnochinone, di origine batterica). Ambedue queste vitamine sono liposolubili. Le vitamine sintetiche sono la Vitamina K3 (o menadione) che è idrosolubile e la Vitamina K1 di sintesi (Konakion) liposolubile ma "idrosolubilizzata" così da poter essere somministrata anche per via endovenosa e da venir assorbita, se somministrata in gocce per bocca, anche dai pazienti affetti da malassorbimento per i grassi. Per non creare confusione, vorrei precisare che la somministrazione di Vitamina K2 e K3 determina l'accumulo nel fegato di Vitamina K1, la quale pertanto sarebbe la vera vitamina. Quindi, pur esistendo diverse forme di Vitamina K, le funzioni vengono svolte dalla Vitamina K1 sia naturale (fillochinone) che sintetica (Konakion). Veniamo ora alle domande contenute nel quesito:
1. A che serve la vitamina K?
La Vitamina K è essenziale per la produzione, nel fegato, di fattori importanti coinvolti nei meccanismi della coagulazione; principalmente del Fattore II, Fattore VII, Fattore IX e Fattore X. La carenza vitaminica determina perciò l'aumento del tempo di coagulazione e, quindi, emorragia. Come detto, la Vitamina K viene normalmente fornita all'organismo dagli alimenti ed è prodotta dalla flora batterica intestinale. Numerosi sono gli alimenti che la contengono: spinaci, verze, cavoli, cavolfiori, pomodori, olio di fegato di merluzzo, olio di soia, erba medica, tuorlo d'uovo. Il latte materno è molto povero di Vitamina K, mentre il latte vaccino e quello formulato ne contengono in buona quantità .
In linea generale, la "ipovitaminosi K" può essere dovuta ad una carenza dietetica, ad una mancata produzione intestinale (più spesso questi due fattori devono essere concomitanti) oppure ad un suo assorbimento inadeguato, come avviene nel corso di diarree prolungate, patologie dell'apparato biliare, sindromi da malassorbimento, nutrizione parenterale a lungo termine. Ovviamente, anche severe disfunzioni epatiche o la somministrazione di farmaci che inibiscono l'attività della Vitamina K possono determinare quadri di carenza (poco responsivi, questi, alla terapia con la sola Vitamina K). Dal momento che la Vitamina K viene prodotta dai batteri intestinali, non si riscontrano carenze dietetiche eccetto che nei neonati allattati al seno (scarso apporto con il latte materno) con intestino sterile (mancata produzione intestinale).
Infatti, con la dizione di "Malattia Emorragica del Neonato (MEN) " viene intesa ogni manifestazione emorragica legata al deficit di Vitamina K. E più precisamente, si distinguono tre forme di emorragia legate a tale carenza: classica, precoce, tardiva. La forma classica è legata alla fisiologica carenza di Vitamina K nel neonato allattato al seno (come detto: scarso apporto alimentare più povertà della flora batterica intestinale). La sintomatologia esordisce dopo il primo giorno di vita con emorragie dell'apparato gastroenterico, sanguinamento ombelicale, emorragie cerebrali, ecchimosi, ematomi.
La forma precoce colpisce i neonati da madre trattate con farmaci che inibiscono l'attività della vitamina K (fenobarbital, fenitoina, isoniazide, rifampicina). Le emorragie esordiscono nelle prime 24 ore di vita e possono essere modeste o gravissime. La forma tardiva si manifesta dopo il primo mese di vita, può presentarsi nei neonati allattati al seno con diarrea protratta o essere secondaria ad una patologia che determina malassorbimento (Fibrosi Cistica, Malattia Celiaca).
2. Quali sono le dosi di Vitamina K?
Ovviamente la domanda è riferita non alla terapia (di pertinenza ospedaliera) ma alla profilassi della Malattia Emorragica del Neonato (MEN) che viene obbligatoriamente praticata a tutti i neonati somministrando 1 mg intramuscolo di Konakion subito dopo la nascita. Nei prematuri tale dose viene raddoppiata o ripetuta. Successivamente viene spesso consigliata la somministrazione di Konakion gocce per bocca in dose settimanale per un periodo che va dalle 4 alle 8 settimane a tutti quei neonati allattati al seno.
3. È effettivamente necessaria la profilassi con Vitamina K?
Le motivazioni della profilassi sono state precedentemente spiegate. Sulla necessità o meno della stessa posso apportare dei contributi relativi all'atteggiamento seguito in diverse realtà . Negli U.S.A. dopo la somministrazione di vitamina alla nascita (1 mg intramuscolo o sottocute oppure 2-5 mg per bocca) non vengono consigliate ulteriori somministrazioni. In altre nazioni quali Olanda, Giappone, Germania è invece raccomandata la continuazione della profilassi. In Italia le indicazioni (non credo diffusamente adottate), sono quelle di somministrare, dopo la dose profilattica alla nascita, 2 gocce di Konakion (pari a 2 mg) una volta alla settimana per sei-otto settimane a tutti i neonati allattati al seno. Ed anche di somministrare 1 mg di Konakion intramuscolo ai neonati allattati al seno che presentano diarrea da circa una settimana. |