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Prof Insegnanti:Piano Nazionale di Orientamento: Le azioni e i compiti relativi al piano dell’offerta formativa di ogni scuola Postato/Ultima modifica il: Domenica, 26 Aprile 2009 (7:20:00)
Argomento: Orientamento Scolastico
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`Linee guida in materia di orientamento lungo tutto l’arco della vita` Indicazioni nazionali - Orientamento, natura, scopi e dimensioni. Le azioni e i compiti relativi al piano dell’offerta formativa di ogni scuola, dei consigli di classe, del singolo docente per ciascun ordine e grado di scuola, il ruolo della famiglia.
Linee guida PNO. Atti del seminario nazionale “L’orientamento per il futuro”, tenutosi ad Abano dal 2 al 5 marzo 2009, come annunciato con la nota prot. n. 35 del 13 ottobre 2008.
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A cura di Gabriella BURBA, Tutor Gruppo 1A ORIENTAMENTO, NATURA, SCOPI E DIMENSIONI
Le azioni e i compiti relativi al piano dell’offerta formativa di ogni scuola, dei consigli di classe, del singolo docente per ciascun ordine e grado di scuola, il ruolo della famiglia La sfida proposta nelle Linee guida, che hanno costituito il filo conduttore di quello che è stato definito “il processo di Abano”, consiste nel passaggio da concezioni e prassi di orientamento prevalentemente informative e legate ai momenti di transizione ad un approccio olistico e formativo, per cui l’orientamento è un processo che permea l’intera azione educativa della scuola, a partire da quella dell’infanzia, nella prospettiva di un apprendimento, formale ed informale, lungo tutto l’arco della vita, indirizzato alle competenze di cittadinanza attiva. Nella società liquida (Bauman) o a coriandoli (De Rita), in cui ai ruoli ascritti e ai percorsi predefiniti si è sostituita una miriade eterogenea di ruoli e percorsi individualizzati ed elettivi, talvolta confusi ed irrealistici, l’orientamento non può che diventare, secondo gli indirizzi europei, un elemento strutturale nella costruzione delle identità personali e collettive, una risposta alle sfide della complessità e della società della conoscenza. In questo quadro la scuola e gli insegnanti hanno un compito tanto impegnativo quanto decisivo ed appassionante, di ascolto, accompagnamento, sostegno nello sviluppo di un’assunzione di consapevolezza e di responsabilità da parte dei giovani in formazione rispetto a competenze di scelta e di progettazione del futuro (orientamento formativo). Tale compito implica una riflessione su quella che il Regolamento di autonomia definisce “l’identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche”, in direzione di una rilettura dei curricoli, della programmazione dei Consigli di classe e della didattica disciplinare in chiave orientativa. La normativa, gli ordinamenti, gli statuti epistemologici delle discipline offrono molte indicazioni utili in tale prospettiva. Chiarissima, in proposito, la Direttiva MPI 6 agosto 1997, n. 487, che recita: “L'orientamento - quale attività istituzionale delle scuole di ogni ordine e grado - costituisce parte integrante dei curricoli di studio e, più in generale, del processo educativo e formativo sin dalla scuola dell'infanzia. Esso si esplica in un insieme di attività che mirano a formare e a potenziare le capacità delle studentesse e degli studenti di conoscere se stessi, l'ambiente in cui vivono, i mutamenti culturali e socio-economici, le offerte formative, affinché possano essere protagonisti di un personale progetto di vita, e partecipare allo studio e alla vita familiare e sociale in modo attivo, paritario e responsabile.” A titolo esemplificativo, si possono citare il curriculo del ragioniere IGEA e i programmi degli Istituti professionali, entrambi pervasi da una dimensione orientativa trasversale, ma anche declinata nelle discipline. Per quanto riguarda l’IGEA, le indicazioni metodologiche propongono di: • “sviluppare abitudini mentali orientate alla risoluzione di problemi e alla gestione delle informazioni.” • Promuovere iniziative, come gli stage, che “agevolino il passaggio dalla scuola all’ambiente di lavoro”. Fra le finalità dell’insegnamento della storia nel biennio si inserisce: • “la capacità di orientarsi nella complessità del presente” Nelle indicazioni metodologiche relative all’economia politica si sottolinea l’importanza di: • “presentare situazioni nelle quali attuare processi decisionali…” I programmi dei professionali prevedono un forte richiamo ai nuclei epistemici (“gli snodi fondamentali del sapere di ogni singola disciplina”) e la necessità di coniugare contenuti e metodologie disciplinari con le “esigenze economico-sociali del territorio”. A cura di Gabriella BURBA, Tutor Gruppo 1A Nel documento relativo agli Assi culturali per il biennio, le competenze di cittadinanza sono evidentemente competenze orientative (da “acquisire ed interpretare l’informazione” a “risolvere problemi, progettare, partecipare, agire in modo autonomo e responsabile”) ed indicazioni orientative risultano sottese a tutti gli assi, in qualche caso in forma molto esplicita, come “orientarsi nel tessuto produttivo del proprio territorio”. In relazione all’offerta formativa, si tratta quindi di superare le pratiche di costruzione del POF a collage, per giustapposizione di attività e progetti eterogenei, individuando nelle finalità orientative e di cittadinanza attiva il filo conduttore di un percorso che, partendo dall’analisi dei bisogni e delle risorse del territorio, tramite una collaborazione processuale e sistemica con tutti gli attori coinvolti, giunga a declinare l’intera offerta formativa in una prospettiva di orientamento continua e strategica. La dimensione informativa del Piano, se redatto in modo chiaro, essenziale, finalizzato, come una mappa concettuale idonea a far comprendere il significato di un percorso, è in grado di produrre ricadute formative orientanti. A tal fine risulterebbe molto utile l’esplicitazione dei requisiti in ingresso (in termini di interessi, attitudini, competenze) e delle competenze in uscita, tradotte anche, nelle scuole secondarie, in presentazioni sintetiche, ma con dati aggiornati, dei percorsi successivi degli studenti. Il ruolo orientativo dei Consigli di classe era stato già chiaramente definito dalla Direttiva MPI 6 agosto 1997, n. 487, all’art. 2 Azioni delle scuole: “Ai fini di cui all'art. 1, nell'esercizio della loro autonomia, le scuole di ogni ordine e grado prevedono nel programma di istituto attività di orientamento che i consigli di classe inseriscono organicamente nei curricoli di studio, valorizzando il ruolo della didattica orientativa e della continuità educativa.” Il D.lgs 22/2008 ha attribuito ai Consigli di classe un compito di maggior impegno, che non è più semplicemente quello di raccordo con il programma di Istituto, ma di autonoma progettazione di azioni orientative in relazione a specifici obiettivi individuati nel contesto. Viene inoltre richiesta, per la prima volta in modo estremamente chiaro, una valutazione dell’efficienza e dell’efficacia dell’intervento proposto. Dall’intreccio della normativa vigente si può inferire che ai Consigli di classe spettino le seguenti fondamentali funzioni di orientamento formativo in chiave disciplinare ed interdisciplinare: • Concordare, programmare, realizzare, valutare specifiche azioni di orientamento • Coniugare, in una programmazione per competenze, i valori etici e culturali di orientamento alla cittadinanza attiva • Declinare l’orientamento educativo trasversale in una funzione pedagogica e tutoriale, finalizzata ed esplicitata • Coinvolgere le famiglie nel percorso da programmare. La progettazione orientativa dei Consigli di classe può tradursi in due percorsi alternativi o complementari: • la programmazione condivisa di moduli orientativi trasversali per competenze cui concorrono i diversi docenti tramite l’apporto specifico di ogni disciplina alla soluzione di un problema comune; • la declinazione in termini orientativi di azioni comunque già previste dalla programmazione di classe, quali viaggi e visite d’istruzione, interventi di esperti, iniziative culturali (teatro, mostre, quotidiano in classe ecc.) tramite l’individuazione a priori di competenze orientative da sviluppare, l’utilizzo di griglie di osservazione/interviste/test da parte degli studenti, la valutazione ex post delle ricadute orientanti. Anche per quanto riguarda i compiti dei singoli docenti e la funzione orientante delle discipline, la normativa e le indicazioni ministeriali costituiscono risorse e piste di lavoro. Le Indicazioni del 2007 per il curricolo delle scuole dell’infanzia e delle scuole del primo ciclo sono molto chiare: “In tale scenario, alla scuola spettano alcune finalità specifiche: offrire agli studenti occasioni di apprendimento dei saperi e dei linguaggi culturali di base; far sì che gli studenti acquisiscano gli strumenti di pensiero necessari per apprendere a selezionare le informazioni; promuovere negli studenti la capacità di elaborare metodi e categorie che siano in grado di fare da A cura di Gabriella BURBA, Tutor Gruppo 1A bussola negli itinerari personali; favorire l’autonomia di pensiero degli studenti, orientando la propria didattica alla costruzione di saperi a partire da concreti bisogni formativi.” Le Indicazioni per la scuola secondaria di I grado risultano altrettanto esplicite: “Il carattere orientativo è intrinseco allo studio delle discipline e alle attività inter e transdisciplinari.” Per la scuola secondaria di secondo grado il D.lgs 21/2008 così si esprime: “I percorsi di orientamento mirano prioritariamente a dare allo studente opportunità di: a) conoscere temi, problemi e procedimenti caratteristici in diversi campi del sapere, al fine di individuare interessi e predisposizioni specifiche e favorire scelte consapevoli in relazione ad un proprio progetto personale;” In tutti i livelli di istruzione ai docenti si richiede quindi di proporsi come: • Esperti disciplinari (nuclei fondanti, metodologie proprie) • Aperti ad una visione culturale (la disciplina in rapporto al “sapere” per un approccio inter e transdisciplinare , secondo la visione, fra gli altri, di E. Morin) • Educatori centrati sulla persona (empatia) • Orientati nel proprio percorso professionale • Informati e informatori sui percorsi formativi, gli sbocchi relativi alla disciplina e le opportunità del territorio • Tutor di percorsi di ricerca • Costruttori di setting di apprendimento • Aperti a relazioni e collaborazioni con famiglie e attori del territorio Nell’ottica dell’orientamento formativo, le discipline, non statiche ed impermeabili fra loro, ma in continua evoluzione ed interconnessione, non fine in sé, ma strumento di quella “avventura della conoscenza, che è un dialogo con l’universo”1, si declinano come: • Mappe concettuali per interpretare la realtà • Metodi tipici trasferibili ad altri contesti • Ambiti di autovalutazione di stili cognitivi • Ambiti di metacognizione • Ambiti di sviluppo di specifiche competenze orientative In modo non esaustivo, possiamo individuare le più importanti competenze orientative promosse dalle discipline in: • Reperire informazioni • Interpretare-selezionare • “Leggere” un contesto • Analizzare dati • Risolvere problemi • Costruire modelli • Confrontare • Scegliere (analizzando diversi modelli di scelta) • Scoprire emozioni, desideri, valori, visioni di vita • Progettare La sfida proposta ad Abano, che è quella sottesa alla società complessa della conoscenza, recepita dagli orientamenti europei e dalla strategia di Lisbona, è di livello elevato, come i problemi che ci stanno davanti. Ma è anche una sfida a cui non possiamo sottrarci per garantire centralità ed efficacia al sistema educativo del nostro Paese, ricordando, con Calamandrei, che “La scuola, è organo centrale della democrazia, perché serve a risolvere quello che secondo noi è il problema centrale della democrazia: la formazione della classe dirigente.”2 Per perseguire questo impegnativo compito di formazione orientante, la scuola stessa ha bisogno di essere formata ed orientata. Riuniti ad Abano, docenti, dirigenti, rappresentanti delle famiglie e di istituzioni del territorio, hanno concordato sull’esigenza di percorsi di formazione che coinvolgano tutti gli attori dei processi educativi in funzione di una progettazione condivisa per competenze, a partire A cura di Gabriella BURBA, Tutor Gruppo 1A dall’epistemologia disciplinare e dagli strumenti idonei a svolgere un ruolo tutoriale, per arrivare ad una valutazione degli apprendimenti in funzione orientante. Gli aspetti sottolineati sono quelli della costruzione di curriculi verticali in continuità e del coinvolgimento nei percorsi di tutti i soggetti interessati all’orientamento, al fine di costruire reti effettive di collaborazione nella condivisione degli obiettivi e dei linguaggi. Fortemente sottolineata anche l’importanza di una dimensione nazionale della formazione, con il supporto di strumenti web, che si articoli poi nei diversi contesti locali, mantenendo però l’unitarietà di intenti e prospettive. Come afferma Z. Bauman, il fatto di vivere in una società dell’incertezza “non significa, però, che gli ideali di bellezza, pulizia, ordine che avevano accompagnato gli uomini e le donne nel loro viaggio dentro la modernità siano stati abbandonati o che abbiano perso il loro lustro originale. Al contrario, essi oggi devono essere perseguiti – e realizzati – attraverso sforzi, percorsi e volontà individuali.”3 Noi riteniamo che l’obiettivo, ancor più ambizioso, sia quello di condividere sforzi, percorsi, volontà individuali nella prospettiva personalista e solidaristica della Costituzione repubblicana.
Tutor: Gabriella Burba
1 E. Morin, “Le vie della complessità”, in AA. VV., La sfida della complessità, a cura di G. Bocchi e M. Ceruti, Feltrinelli, Milano 1985 2 Discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III Congresso dell'Associazione a difesa della scuola nazionale (ADSN), Roma 11 febbraio 1950 3 Z. Bauman “La società dell’incertezza” Il Mulino 1999, Bologna
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